Oddio, ma il fantastico – nel senso più ampio nel termine – ha sempre tirato fuori elementi “innovativi”, direi quasi per definizione. Non è mai stato un genere monolitico. Semmai, da noi in Italia, rifila(va)no sempre le solite traduzioni dal mondo anglosassone con serie infinite di emuli a seguire, ma questo direi sia un problema delle nostre case editrici (non tutte, mi riferisco in particolare a quelle grandi… anzi, a quella grande!), ma non certo del genere in sé stesso.
Per quanto riguarda il termine young adult – orrido anglicismo! – e la maggior parte dei libri a cui viene appioppato (non mi riferisco a quelli di cui si parla nell’articolo, che, a parte la prima serie, non conosco)… tutto ciò mostra in maniera lampante cosa pensano le case editrici italiane dei propri lettori adolescenti. Che poi questo sia un modo per spararsi sui piedi, avvelenando il proprio stesso mercato, non credo gli sia mai venuto in mente.
Da quello che ho capito io (leggendo su altri siti), si tratterebbe più di un’ipotesi di lavoro che di una certezza. Guarderò se riesco a rimediare l’articolo originale per avere delle informazioni di prima mano – sperando di capirci qualcosa, visto che non sono certo un archeologo. In ogni caso si tratta certamente di una notizia interessantissima e affascinante.