Hi, i’m into programming, sexual transmutation and psychedelics!

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Cake day: June 13th, 2023

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  • Molto figo, io ho un raspberry pi 4 con sopra Nextcloud, Calibre Web, Pihole e altro, però ahimé con la connessione terribile che mi ritrovo posso usarlo praticamente solo in casa escludendo Calibre, inoltre ho una paura terribile di esporre il mio server ad attacchi.

    Non sono ancora riuscito a settare un reverse proxy per cui uso delle porte su Apache e ho fatto port forwarding per quanto riguarda Calibre, con un dynamic dns sul router collegato ad un nome di dominio.














  • I mean theoretically if you are hosting your own chat server, for example on Matrix, you can easily make all the chats unaccessible from the clients by issuing a command to shutdown your server or simply the chat server service if there’s no content cached locally.

    I think you can do this pretty easily with a raspberry pi by connecting via ssh…

    Just use a shell script that changes the static ip to something else after the command to shutdown the service/wipe out the data (depending on what your goal is) has been issued, or use a vpn or something like that if possible, because anyone issuing the command would need to know your server ip.

    And issuing a command by ssh to a remote server both from smartphone or pc should be as easy that you can actually build a very small app for that, or use some app that creates shortcuts that directly connects and issue custom commands.

    That way you are forced to give people your new ip every time chats become unaccessible/deleted and someone can’t connect back even if wanting to without talking to you, unless you decide you can use the older ip for whatever reason.

    Of course not using your real ip but using some service like a vpn or proxy (or tor?) would be much better here, but i don’t really know how.

    That can give you full power on the chat history and create the said “panic button” for every client involved.







  • Per quanto riguarda la libertà di comunicazione, quella è basilare e deve essere garantita: nessuno ti vieta di uscire e di vederti con un amico, così come nessuno ti vieta costruirti il tuo software e hostare pubblicamente la tua istanza per comunicare con gli altri (per ora). La differenza tra un server e l’ossigeno è che l’ossigeno è gratis e ovunque, mentre l’attrezzatura, la corrente elettrica, i programmatori che si occupano di mantenere il software sicuro e stabile e la connessione a internet non lo sono, ed è giusto che ci sia un ritorno per qualcuno che lavora per offrire tutto ciò. Poi potremmo argomentare sul fatto che, essendo la comunicazione un diritto fondamentale, ci potrebbero essere social mantenuti coi soldi pubblici (tasse), però a quel punto invece di sottostare alla volontà delle big tech starebbero alla volontà degli stati e forse solo in qualche caso (nei paesi democratici) a quella delle persone. In ogni caso sarebbero centrali, censurabili e controllabili. Anche mantenere delle istanze di Lemmy ha un costo e richiede un lavoro, ma esistono grazie alla buona volontà di chi decide di investirci risorse senza nulla, o con poco, in cambio. Proprio perché vuole creare un’alternativa. Io vedo la decentralizzazione come una soluzione, la più promettente per quanto riguarda anche l’integrazione di un sistema economico a sua volta decentralizzato, dove veramente il potere decisionale delle persone conta più di tutto, detto questo il capire come integrare tutto questo in maniera sensata, sostenibile e scalabile (cioè non come fanno i paladini delle shitcoin che si autodefiniscono “finanaza decentralizzata”) è un bel lavoro.

    Con “sforzo attivo” intendevo semplicemente dire che un utente invece di pagare coi propri dati e la propria attenzione inconsciamente, dovrebbe deliberatamente decidere di spendere le sue risorse economiche (che indubbiamente richiede uno sforzo mentale maggiore).