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In qualità di membro dell’ACE e dell’MPA, Netflix è in prima linea nella battaglia globale contro la pirateria online. L’azienda non affronta spesso l’argomento direttamente, ma in un recente documento SEC, Netflix scrive che è difficile competere con l’intrattenimento gratuito offerto dalla pirateria. Non solo, è anche in rapida crescita.
L’idea era quella di sottrarre quote di mercato ai siti di pirateria, offrendo una piattaforma di streaming legale e più conveniente.
Inizialmente sembrava funzionare. Netflix ha accumulato centinaia di milioni di abbonati, alcuni dei quali hanno abbandonato le loro abitudini di pirateria. Tuttavia, quando la “guerra dello streaming” ha trasformato le piattaforme di streaming legali e convenienti in silos di contenuti isolati e costosi, lo slancio ha iniziato a cambiare.
Negli ultimi anni la pirateria ha ricominciato a crescere, anche in mercati ben serviti come gli Stati Uniti. In teoria, questo potrebbe aiutare Netflix nella sua battaglia con altre piattaforme legali, ma è un premio di consolazione se la guerra contro la pirateria è persa.
Per forza la pirateria è in crescita: i cataloghi sono così frammentati che se uno volesse avere a disposizione tutto dovrebbe spendere più di 50€ al mese e questo comprenderebbe solo quei titoli che sono compresi nell’abbonamento, dato che tantissime serie TV e film sono disponibili solo a noleggio o in acquisto (e quindi un altro esborso). A quel punto la scelta più ragionevole è la pirateria. Si mettessero d’accordo, un po’ come Spotify, Deezer, Tidal, YT Music e Apple Music che non hanno grosse esclusive o differenze di cataloghi.