In alcuni casi lanciare una moneta può servire a ridurre l’ansia e l’indecisione, e a valutare meglio le proprie scelte
Secondo un’opinione abbastanza comune l’azione di prendere una decisione è generalmente guidata e influenzata dagli obiettivi da perseguire e dalle informazioni a disposizione prima della scelta: più se ne hanno, più alta è la probabilità di prendere una decisione corretta. Diverse ricerche indicano tuttavia che anche altri fattori evolutivi, genetici e ambientali condizionano continuamente le nostre scelte. E nella quotidianità ci sono casi in cui avere più informazioni – scorrere per intero un menu particolarmente dettagliato prima di ordinare al ristorante, per esempio – complica la scelta anziché semplificarla, e aumenta il rischio di pentirsi successivamente della decisione presa.
Alcuni studi di scienze sociali hanno esplorato in anni recenti la possibilità che in particolari circostanze, a fronte di scelte difficili, la casualità sia un fattore utile a prendere decisioni soddisfacenti e meno esposte al rischio di successivi ripensamenti. In questi casi includere nei processi decisionali l’influenza di un fattore apertamente fuori dal nostro controllo può contribuire a ridurre l’impressione fallace che ogni cosa lo sia. E può ridurre l’ansia in situazioni di indecisione in cui la valutazione delle scelte possibili e la paura del fallimento diventano paralizzanti.
Secondo lo psicologo statunitense Barry Schwartz una delle principali cause di ciò che in un suo libro del 2004 definiva «il paradosso della scelta» è una cultura dell’individualismo sempre più diffusa e dominante, che induce a pretendere la perfezione dagli altri e da noi stessi generando inevitabili frustrazioni. Nei frequenti casi in cui a seguito delle sue scelte le condizioni di un individuo non migliorano o peggiorano, scrive Schwartz, la cultura dell’individualismo stabilisce come più accettabili le spiegazioni causali che si concentrano su fattori personali piuttosto che universali, che sono anche quelle che incoraggiano le persone a incolpare sé stesse per i propri fallimenti. … continua a leggere
Sto leggendo un libro che tratta proprio di questo (portato alle estreme conseguenze): “il signore dei dadi”, lo consiglio anche se può non piacere…
Penso tu intenda “L’uomo dei dadi” di Luke Rhinehart. Grazie, non lo conoscevo
Si esatto, proprio lui
Gran parte delle scelte che prendo sono completamente a casaccio/intuito, e i risultati sono sempre buoni. Embrace the entropy
Yeah, è una buona combo. Alla fine anche se prendi una decisione “stupida” che sembra ti abbia fregato, c’è sempre modo di cavarne qualcosa di buono e finire ad un punto migliore della situazione di partenza
non so se sarei in grado di procedere totalmente (o per la maggior parte delle situazioni) a caso…ma in parte lo faccio anch’io